Nel grande, mortifero pantano dell'"effimero" che avvolge la nostra vita e nel quale, da anni, quasi tutte le attività estetiche sono immerse (in ragione di una post-modernità già ampiamente superata nel versante del post-umano) esistono delle isole: piccole, ardimentose e solitarie dove ancora degli "umani" si danno da fare per sperimentare l'ampiezza del loro agire, per affermare la sagacia e la forza del lavoro e dell'amore per le cose del mondo e della natura. Il contrario dunque dell'effimero, del "non durare" come vuole oggi una ideologia corrente maggioritaria.
Roberto Stelluti occupa certamente una di queste rare isole. Qui, pazientemente, quotidianamente, con un vasto e straordinario sistema di segni, egli tenta la costruzione del suo immaginario fra meraviglia e realtà, trepido e favoloso, per dirci delle infinite e misteriose risorse espressive che un oggetto, un fiore o un paesaggio possono ancora contenere. Per dirci, in sostanza, che l'effimero può essere e paradossalmente significare "volontà di potenza frustrata". Per suggerirci, infine, tramite la silenziosa alleanza della mente e della mano, con la modestia di un antico artigiano, la variegata enormità e complessità del mondo nonostante la sua fin troppo declamata "perdita di senso".
A Roberto, alla sua gentile persona, con la stima di tanti anni dunque, un affettuoso benvenuto per la prima esposizione del suo lavoro nella nostra grande e complicatissima Isola.
Scicli, 21 aprile 2023
Piero Guccione
Roberto Stelluti. Disegni e incisioni
opuscolo della personale alla Galleria «Trentasette» di Palermo,
2003